Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 64

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A consimili


Ben seimila anni in tutto 'l mondo io vissi:
fede ne fan l'istorie delle genti,
ch'io manifesto agli uomini presenti
co' libri filosofici ch'io scrissi.1

E tu, marmeggio,2 visto ch'io mi ecclissi,
ch'io non sapessi vivere argomenti,
o ch'io fossi empio; e perché il sol non tenti,
se del Fato non puoi gli immensi abissi?
Se a' lupi i savi, che 'l mondo riprende,
fosser d'accordo, e' tutto bestia fôra;
ma perché, uccisi, s'empi eran, gli onora?3
Se 'l quaglio si disfà, gran massa apprende;
e 'l fuoco, più soffiato, più s'accende,
poi vola in alto e di stelle s'infiora.4

Commento dell'Autore

Mirabile risposta a' predetti argomenti, con ragioni vive contra i reprensori.

1 Quanta istoria un uomo sa, tanti anni ha, secondo che l'Autore espose.

2 Marmeggi sono i vermi nati dentro il cacio, che si pensano non ci esser altra vita né paese che 'l lor cacio.

3 Mostra che la morte di savi è la felicità del mondo, ovvero sanità; e che, morti, sono venerati da chi gli riprende.

4 La metafora del quaglio e del fuoco soffiato sono notabili a chiarire il fine de' travagli de' savi, ordinato dal Fato divino.

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