Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 65

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65
Orazione a Dio


Tu, che, forza ed amor mischiando, reggi
e muovi gli enti simili e diversi,
ordinati a quel fine, ond'io scoversi
il Fato, l'Armonia di tutte leggi;1
s'è ver che i prieghi di cosa correggi
non decretata negli eterni versi,
ma solo i tempi prosperi e perversi
d'affrettar o tardar ne privileggi;2
così prego io, che tant'anni mi truovo
di sciocchi e d'empi favola e versaglio,
e nuove ingiurie e pene ognora pruovo:
allevia, abbrevia, Dio, tanti travagli;
ché tu pur non farai consiglio nuovo,
se a libertà antevista quinci saglio.

Commento dell'Autore

1 E' si è provato in sua Metafisica che tutti gli enti dal dolore e dalla voluttà sono spinti ad operare, e che tutti da un Senno ad un fine da lui inteso sono indirizzati.

2 E' pare che Dio ammenda le preghiere contrarie al Fato della sua volontà, perché non fa cosa ab aeterno non voluta e prevista.

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