Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 67

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Ad Annibale Caracciolo, detto Niblo,
scrittor d'egloghe


Non Licida, né Driope, né Licòri
pôn mai, Niblo gentil, farti immortale,
se d'amor infinito oggetto eguale
l'ombre non son, né gli cadenti fiori.

La bellezza, che in altri ammiri e adori,
nell'anima tua diva più prevale;
per cui lo spirto mio spiega anche l'ale
verso le note degli eterni ardori.

Illustra dunque quel che 'n te risplende
con l'amor di virtù che mai non manca,
e laudi immense da Dio solo attende.

Di far conto con gli uomini omai stanca
l'anima mia, la tua richiama, e rende
alla scuola di Dio con carta bianca.

Commento dell'Autore

Si va alla scuola di Dio con carta bianca, quando si cerca la verità, secondo che da lui è insegnata. Ma, quando si cerca secondo la dicono li scrittori, come Aristotile, Platone o Scoto ecc., si va col conto fatto, e non si impara mai la pura verità ecc.

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