Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 13

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13
Senno senza forza de' savi delle genti antiche
esser soggetto alla forza de' pazzi


Gli astrologi, antevista in un paese
costellazion che gli uomini impazzire
far dovea, consigliârsi di fuggire,
per regger sani poi le genti offese.

Tornando poscia a far le regie imprese,
consigliavan que' pazzi con bel dire
il viver prisco, il buon cibo e vestire.

Ma ognun con calci e pugni a lor contese.

Talché, sforzati i savi a viver come
gli stolti usavan, per schifar la morte,
ché 'l più gran pazzo avea le regie some,
vissero sol col senno a chiuse porte,
in pubblico applaudendo in fatti e nome
all'altrui voglie forsennate e torte.

Commento dell'Autore

Parabola mirabile per intendere come il mondo diventò pazzo per lo peccato, e che gli savi, pensando sanarlo, furon forzati a dire e fare e vivere come gli pazzi, se ben nel lor segreto hanno altro avviso.

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