Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 73

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madrigale 4


Stavamo tutti al buio. Altri sopiti
d'ignoranza nel sonno; e i sonatori
pagati raddolcîro il sonno infame.

Altri vegghianti rapivan gli onori,
la robba, il sangue, o si facean mariti
d'ogni sesso, e schernian le genti grame.

Io accesi un lume: ecco, qual d'api esciame,
scoverti, la fautrice tolta notte
sopra me a vendicar ladri e gelosi,
e que' le paghe, e i brutti sonnacchiosi
del bestial sonno le gioie interrotte:
le pecore co' lupi fûr d'accordo
contra i can valorosi;
poi restâr preda di lor ventre ingordo.

Commento dell'Autore

Narra che, stando il mondo nello scuro, e facendo tanto male ognuno al prossimo, e che gli sofisti ed ippocriti, predicando adulazioni, fanno dormir il mondo in queste tenebre; egli, accendendo una luce, ebbe contro gli ingannati e l'ingannatori ecc.; e che quelli, come pecore accordate co' lupi contra gli cani, son devorate poi da' lupi, secondo la parabola di Demostene.

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