Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 14

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14
Gli uomini son giuoco di Dio e degli angeli


Nel teatro del mondo ammascherate
l'alme da' corpi e dagli affetti loro,
spettacolo al supremo consistoro
da Natura, divina arte, apprestate,
fan gli atti e detti tutte a chi son nate;
di scena in scena van, di coro in coro;
si veston di letizia e di martoro,
dal comico fatal libro ordinate.

Né san, né ponno, né vogliono fare,
né patir altro che 'l gran Senno scrisse,
di tutte lieto, per tutte allegrare,
quando, rendendo, al fin di giuochi e risse,
le maschere alla terra, al cielo, al mare,
in Dio vedrem chi meglio fece e disse.

Commento dell'Autore

Gli corpi esser maschere dell'anime, e che non fanno l'uficio suo primiero, ma artificiale, scenico, secondo il destino divino ordinò non sempre esser re chi è vestito di maschera regia. Ma, rendute le maschere alli elementi, saremo ignudi e vederemo in Dio, luce viva, chi meglio fece il debito suo; e però tra tanto bisogna aver pacienza ed aspettare la conoscenza della comedia nel giudizio universale.

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