Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 73

Precedente Successiva

73
madrigale 6


Parlo teco, Signor, che mi comprendi,
e dell'accuse altrui poco mi cale.

Io ben confesso che del mondo hai cura
e ch'a nulla sua parte vogli male;
quantunque, a ben del tutto che più intendi,
senza annullarle, le muti a misura:
in che consiste proprio la Natura;
e tal mutanza male e morte noi
di qualità o di essenza sogliam dire,
ch'è del tutto alma vita e bel gioire,
bench'alle parti tanto par ch'annoi.

Così del corpo mio più morti e vite
veggo andare e venire,
di parti a ben del tutto in vita unite.

Commento dell'Autore

Mostra che questi argomenti gli fa a Dio, che sa, quel che dice, non dirlo d'animo eretico. E poi confessa che Dio regge il tutto, e che muta le cose con misura, e che la mutazione pare male e morte a noi, che parti siamo del mondo, se bene al tutto è vita e giocondità; come nel corpo nostro più morti e vite ci sono, mentre il cibo si trasmuta in tante particelle, e parte del corpo esala in aere ecc., e pure fanno una vita del tutto composto.

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche