Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 73

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madrigale 9


Del mio contrito e ben arato suolo
la coltura mi reca gran speranza,
ma più lo sol del Senno che 'l feconda,
che molte stelle forse sopravanza,
esser predestinato sopra il polo,
che la preghiera mia non si confonda,
e ch'abbia il fine, a cui di mezzi abbonda
pur da te infusi e previsti ab aeterno.

Con condizion pregò Cristo, sapendo
che schivar non potea il calice orrendo.
E l'angel suo rispose: al gran governo
convenir ch'egli muoia. Io senza prego,
risposta ricevendo
dal mio diversa, che sovente allego.

Commento dell'Autore

Conchiude che, sendo egli contrito e cultivato come il campo, può sperar aiuto da questa orazione; ma più lo certifica il senno che Dio l'infuse, o per profeti gli avvisa ecc., e che, avendo mezzi per gran fine, arriverà a quel fine che le virtù dategli da Dio ricercano. E che, se bene Cristo non fu esaudito nella morte, e l'angelo gli rispose che dovea morire, pregò con condizione: «si fieri potest». Ma e' prega senza condizione, e l'angelo gli risponde che sarà esaudito. Questo fu inganno del Demonio, e non angelo. Nota quanto ci vuol a digiudicar se saremo esauditi.

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