Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 74

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74
Canzone seconda della medesima salmodia

madrigale 1


Se ha' destinato ch'io ben sparga il seme,
avrai forse voluto che ben mieta:
perché dunque sì tarda il giusto fine?
Perché le stelle fai e più d'un profeta,
i tuo' doni e scienze(a) vani insieme?
Perché le forze e le voglie divine
il nemico schernisce? e le rovine,
ch'a lui si converrian,(b) a me rivolve?
Perché tra 'l Fato un'animata terra
bestemmia e nega Dio, s'egli non erra,(c)
e me che t'amo in tante pene involve?
Quando ignorai e negai, molto impetrai
con chi(c) il tuo nome atterra;
or ch'io t'adoro, vo traendo guai.

Commento dell'Autore

Quattro dimande argute e dolenti fatte a Dio, difficili a sciôrre, come quella di Ieremia: «Iustus es, Domine, si disputem tecum» ecc. Ma più è questa: che sia nell'ordine fatale, bene ordinato da Dio, alcuno che bestemmia Dio; e come ciò possa essere. La risposta ci è nell'Antimacchiavellismo d'esso Autore. Poi dice che Dio l'esaudì in altri travagli, quando era poco cristiano; ed ora s'ammira che, risoluto ad essere buono, non è esaudito.

Note di GLP

(a) Correzione autografa di: i tuo' doni scienze (Scelta 1622, 81).

(b) Correzione autografa di: converria (Scelta 1622, 81).

(c) Correzione autografa di: s'egli non erra (Scelta 1622, 81).

(d) L'originale reca: che (Scelta 1622, 82).

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