Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 74

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madrigale 4


Senza lutto se fosse, senza senso
sarian le cose e senza godimento,
né l'un contrario l'altro sentirebbe,
né ci saria tra lor combattimento,
né generazione, e 'l caos immenso
la bella distinzione assorbirebbe.

E pur nel punto che mutar si debbe
la cosa, uopo è che senta, perch'all'altra
resista e faccia ch'ella si muti anco,
secondo il Fato vuol, né più né manco,
chi regge il mondo. Or qui tuo senno scaltra.

Io, teco disputando, vinto e lasso
cancello, e metto in bianco
le mie ragioni; in altro conto passo.

Commento dell'Autore

Risponde che, se la mutazione fosse senza doglia, non ci sarebbe senso di piacere. E così non combatterebbono gli enti contrari, e non si farebbe generazione, e 'l mondo tornerebbe caos. E poi risponde, che pure nel punto del mutamento, quando par che Dio dovesse levare il senso del dolore, è necessario che ci sia, perché resista quel ch'è travagliato

e muore al

travagliante, e si temperi in quel modello che intende Dio operante con tale ordine del suo Fato. Stupenda risposta! E poi dice che non sa che dire a Dio, in questo; e passa in altre sue opinioni sopra ciò ecc.

Note di GLP

(a) Correzione autografa di: perché resista e quel ch'è travagliato (Scelta 1622, 83).

(b) Correzione autografa di: nel (Scelta 1622, 83).

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