Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 74

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74
madrigale 10


Canzon, di' al mio Signor, ch'io ben conosco
ch'ogni cosa esser puote
migliore a sé, ma non all'universo;
ch'e' già sarìa disperso,
se uguali al sol fussero l'altre ruote
del mio desir non vòte.

Ma più ho da dirli. Aspetta
la tua terza sorella, che non tarda;
sarai in mezzo eletta
e più a grazia impetrar forse gagliarda.

Commento dell'Autore

Manda questa orazione a Dio, con dire che ben vede come per se stesso e' potrebbe star meglio, ma non per tutto 'l mondo, perché

il mondo sarebbe guasto, se tutti i pianeti e la terra fossero eguali al sole, e non patissero, come non pate il sole; talché il desiderio loro non s'adempie, né quello dell'Autore, per ordine divino. E poi si prepara alla terza canzone di questa medesima materia.

Note di GLP

(a) Correzione autografa di: il perché (Scelta 1622, 85).

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