Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 16

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Re e regni veri e falsi e misti, e fini e studi loro


Neron fu re per sorte in apparenza,
Socrate per natura in veritate,
per l'una e l'altra Augusto e Mitridate,
Scipio e Gioseppe in parte, e parte senza.

Cerca il principe spurio la semenza
delle genti stirpar a regger nate,
come Erode, Melito, e l'empio frate
di Tito, e Caifa, ed ogni ria potenza.

Chi si conosce degno di servire,
persegue chi par degno da imperare:
di virtù regia è segnale il martìre.

Questi regnan pur morti, a lungo andare:
vedi i tiranni e lor leggi perire,
e Pietro e Paulo in Roma or comandare.

Commento dell'Autore

In questo si scorge tutta la politica vera e falsa e mista. Nelli Aforismi politici l'autore pose altri re per natura, altri per fortuna, altri per l'una e l'altra, altri in tutto, altri in parte; e come gli spurii cercano estinguere i veri signori con la regola del Macchiavello: «ecce heres, occidamus eum»; e che il vero principe col sangue sigilla il principato: «animam suam ponit pro ovibus». E però Macone è spurio, che recusò il martirio; e che gli prìncipi veri dopo la lor morte anche signoreggiano, e più; e perché Macone domina ancora, in quanto disse qualche verità, e per flagello, egli è principe di fortuna.

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