Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 75

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madrigale 7


Farsi(a) scanni gli uman corpi a' giganti,
gli animi augei di gabbia,
bevanda il sangue, e di lor prave voglie
le carni oggetto, e le fatiche e i pianti
giuoco dell'empia rabbia,
maniche a' ferri usati a nostre doglie
l'ossa, e le cuoia spoglie;
de' nostri sensi, testimoni e spie
false contra noi stessi; e ch'ogni lingua
l'altrui virtute estingua,
e fregi i vizi lor con dicerie,
vedrai da queste arpie
più dal tuo tribunale.

Che pel tuo onor, mia angoscia se non basta,
ti muova il comun male,
a cui la providenza più sovrasta.

Commento dell'Autore

Narra tutti i guai, che da' tiranni sono avvenuti a tutti uomini nel tempo presente e passato, e così da' sofisti ed ipocriti. E nota che in senso mistico e metafisico dice assai, parlando di tutte le parti del nostro corpo serventi a quelli; ma con verità delle false adulazioni e testimonianze, e che Dio ne vede più ch'egli dice: e però si muova pel ben comune di tutti, se non per lui si muove ecc.

Note di GLP

(a) L'originale reca: Fansi (Scelta 1622, 88).

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