Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 75

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madrigale 8


Se favor tanto a me non si dovea
per destino o per fallo,
sette monti, arti nuove e voglia ardente
perché m'hai dato a far la gran semblea,
e 'l primo albo cavallo,
con senno e pazienza tanta gente(a)
vincere? Dunque, mente
tanto stuol di profeti che tu mandi?
ed ogn'anima santa, che già aspetta
veder la tua vendetta,
falsa sarà per gloria di nefandi?
Più prodigi e più grandi
il tuo Nume schernito,
qual muto idolo, agogna oggi, che quei
ch'i mostri han sovvertito
di Samaria, d'Egitto e di Caldei.

Commento dell'Autore

Dice che Dio, avendogli fatto tanti favori di dargli nuove scienze, sette monti in testa prodigiosi, e volontà di fare la scuola del Primo Senno per divino instinto, e 'l cavallo bianco, ch'è l'ordine sacerdotale dominicano, e 'l vincere tanti tormenti e tormentatori, ciò è segno che Dio l'abbia da liberare per qualche gran cosa. E questo mostra da'profeti e santi: vedi Brigida, Vincenzo, Catarina; e dal desiderio comune ecc. Poi dice che più miracoli ci vogliono

a questo tempo, che non quando Moise ed Elia, e Daniele ecc. vinsero. Perché Dio è tenuto come idolo muto, secondo ch'e' dice a santa Brigida ecc.

Note di GLP

(a) L'originale reca: tante genti (Scelta 1622, 90).

(b) Correzione autografa di: vanno in volta che nell'originale (Scelta 1622, 90) sostituisce: ci vogliono.

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