Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 17

Precedente Successiva

17
Non è re chi ha regno, ma chi sa reggere


Chi pennelli have, e colori(a), ed a caso
pinge, imbrattando le mura e le carte,
pittor non è; ma chi possede l'arte,
benché non abbia inchiostri, penne e vaso.

Né frate fan cocolle e capo raso.
Re non è dunque chi ha gran regno e parte,
ma chi tutto è Giesù, Pallade e Marte,
benché sia schiavo o figlio di bastaso.

Non nasce l'uom con la corona in testa,
come il re delle bestie, che han bisogno,
per lo conoscer, di tal sopravvesta.

Repubblica onde all'uom doversi espogno,
o re, che pria d'ogni virtù si vesta,
provata al sole, e non a piume e 'n sogno.

Commento dell'Autore

Si pruova con esempi naturali non esser re chi regna, ma chi sa, può e vuole regnar bene. Pallade e Marte son la virtù militare e la prudenza umana: Giesù è la virtù e sapienza divina. E chi di queste è vòto, non è re. Se l'uomo non nasce con la corona, come il re de' pesci, dell'api e degli uccelli, questo è segno che all'uomo si convenga vivere in repubblica, perché la natura non ci dà re: ovvero che non alla vesta e corona si deve mirare ed alla successione, ma alla virtù provata in azioni sante ed eroiche; e così poi deve essere eletto a re.

Note di GLP

(a) Correzione autografa di: Chi pennelli have e colori (Scelta 1622, 13); correzione non presente in Firpo (Scritti letterari, 32).

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche