Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 18

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A Cristo, nostro Signore


I tuo' seguaci, a chi ti crocifisse
più che a te crocifisso, simiglianti,
son oggi, o buon Giesù, del tutto erranti
da' costumi, che 'l tuo senno prescrisse.

Lussurie, ingiurie, tradimenti e risse
van procacciando i più stimati santi;
tormenti inusitati,(a) orrori e pianti
(tante piaghe non ha l'Apocalisse),
armi contra tuoi mal cogniti amici,
come son io. Tu il sai, se vedi il cuore:
mia vita e passïon son pur tuo segno.

Se torni in terra, armato vien', Signore,(b)
ch'altre croci apparécchianti i nemici,
non Turchi, non Giudei: que' del tuo regno.

Commento dell'Autore

Questo è chiaro per sé, e si vede che gli seguaci di Cristo somigliano a' suoi persecutori. Dio ci provveda.

Note di GLP

(a) L'originale reca: inusitate (Scelta 1622, 14).

(b) Si ripristina l'originale (Scelta 1622, 14), laddove Firpo reca: Se torni in terra, armato vien', Signore, (Scritti letterari, 33).

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