Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 77

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madrigale 8


Il carcere, che 'n tre morti mi tieni8
con timor falso di morir, dispreggio.

Vanne al suolo, tuo seggio,
ch'io voglio a chi m'è più simile andarmi.

Né tu se' quel che prima ebbi io, ma peggio,
che sempr'esali, e rifatto altro vieni
da quel che prandi e ceni:
onde lo spirto tuo nuovo ognor parmi.

Or perché temo in tutto io di sbrigarmi?

Commento dell'Autore

8 Si risolve sprezzare il corpo, che ci tiene in tre morti con timor di morir falso. E poi non è lo stesso corpo in cui fu posta l'alma, perché sempre altro si perde esalando, altro si rifà del cibo: e così lo spirto animale ancora. Però è pazzia far tanta stima di questo nostro vivo male ecc.

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