Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 78

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78
madrigale 5


La morte è dolce a chi la vita è amara;5
muoia ridendo chi piangendo nasce;
rendiam queste atre fasce
al Fato omai, ch'usura tanta esige,
ch'avanza il capital con tante ambasce.(a)

L'udito, i denti vuol, la vista cara.

Prendi il tuo, terra avara,
perché me teco ancor non porti a Stige.

Beato chi del tempo si transige!

Commento dell'Autore

5 Chiaro e stupendo detto dell'anima risoluta a morire, come rende il corpo alla terra ed al Fato; ch'egli cerca l'usura della vita che imprestò al corpo: or vuole doglie, or l'udito, or la vista ecc.; e questa usura avanza il capitale. Vedi l'Axioco di Platone.

Note di GLP

(a) Qui e nel successivo: ambasce, l'originale reca, rispettivamente: fasce e ambasce (Scelta 1622, 99).

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