Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 86

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86
Salmodia che invita la terra e le cose in quella
nate a lodar Dio, e declara lor fine e la
providenza divina


La terra nostra di far giuoco e festa
nullo tempo si resta - al sommo Dio;
da che l'unìo - l'amor, pésola(a) in mezzo,
gioisce al rezzo.

Gioisce al rezzo, e 'l circondante caldo
schifando, viver saldo - e freddo gode;1
rendendo lode - all'Eterno, eternarsi
vuol, non disfarsi.2

Vuol non disfarsi; e 'l sol vorria disfarla
non per odio; per farla - mole amica,
seco l'intrica, - e con focose braccia
cinge ed abbraccia.3

Cinge ed abbraccia anch'ella lui nel seno:
ché, schifandolo, pieno - pur se 'l vede
di calor: fede, - che al destin più incorre
chi più l'abborre.4

Chi più l'abborre, poscia più l'aggrada;
che sua fuga sia strada - a quel s'ammira.

Ch'alla sua mira - e gloria gli rivolge
chi il mondo volge.
Chi il mondo volge così fece madre
la terra, e 'l sole padre - d'infinita
prole, ch'addita - del Primero Ingegno
l'arte e 'l disegno.5

L'arte e 'l disegno su esaltate, o monti,
della gran madre pronti - alle difese,
ossa distese, - e fini a' regni nostri:
stanza a' gran mostri.6

Stanze a' gran mostri e piccioli prestate,
acque, che circondate - il nostro suolo:
voi date il volo - a' pesci ed alle navi,
sì in terra gravi.7

La terra aggravi, e pur non la sommergi,
tu, ocean, che t'ergi - sì superbo.

Per divin verbo - dal suo ventre uscisti,
e 'l mondo unisti.8

Tu 'l mondo unisti, ch'è il primo animale.

Tra l'etra spiritale - e 'l terren grosso
sangue ti posso - dir, che nutre, e viene,
va tra le vene.9

Va tra le vene e per li fonti spiccia,
dove la terra arsiccia - ha più bevuto;
indi il perduto - alle campagne rende;
poi in alto ascende.10

In alto ascende a far giuoco al Signore
col terrestre vapore - insieme misto;
or stella è visto, - ed or, come bombarde,
rimbomba ed arde.11

Rimbomba ed arde ed atterrisce gli empii.

Non perdona agli tempii, - o vivi o morti.
Tu, Dio, n'esorti - a be' celesti nidi
con questi gridi.12

Con questi gridi gli animai richiami,
perché non restin grami - alle tempeste.

Gioconde feste - agli angeli, a' demòni
fatiche doni.

Fatiche doni con saper immenso
sotterra al fuoco accenso, - che fracassa,
cuoce e relassa, - e dentro fa i metalli,
fuor monti e valli.13

Co' monti e valli, e fiumi e mar, distingui
i paesi: altri impingui, - altri fai macri,
e dolci ed acri - agli abitanti vari
più necessari;14
più necessari e più capaci ancora
di vite, che si fôra - ugual per tutto;15
e perché tutto - pur le cose stesse
non producesse;16
ma producesse biade la campagna,(b)
s'alzasse alla montagna - il fummo(c) e l'onda:
arte profonda - di doppi lambicchi
per farci ricchi.17

Per farci ricchi altrove oro ed argento
nasce; altrove frumento, - augelli e fiere,
rivi e peschiere, - macchie, salti e boschi,
perch'io 'l conoschi.

Perch'io conoschi, l'alta Cagion Prima
fa mancar al mio clima - molte cose.

Commerzio puose, - amor e conoscenza
tal Providenza.18

Tal Providenza in due quadranti opposti
fa che in su il mar s'accosti: - in uno bolle,(d)
l'altro s'estolle - per l'acque pendenti,
là concorrenti.

Son concorrenti di diversi fianchi
in cui avvien che manchi: - e in tutti lidi
sei ore vidi - alzarsi e sei abbassarsi,
per più avvivarsi.19

Per più avvivarsi fa il medesmo l'aria,
e pur qual mar si varia, - dove accolti
son vapor molti, - che capir non ponno,
e spazio vonno.

E spazio vonno, e spazio van cercando,
purgando, ventilando, - trasferendo
e convertendo - il fummo(e) in util pioggia:
stupenda foggia!20
Stupenda foggia, ch'a più parti giove.

Fiere ed augelli altrove - e pesci porta:
le navi esorta - al corso, noi a consulta;
altri sepulta.21

Altri sepulta in sonno ed altri in sabbia;
svelle arbori con rabbia - e gran citati.

Son fecondati - i campi, ove dolce aura
il verde innaura.22

Fa verdi, innaura e purpuree le nubbi(f)
il sol, perch'io non dubbi - or, che più pèra
la nostra sfera - in mare:23 in suo ben vale
ciò che in su sale.

Quando in su sale, in grandini s'ingroppa
grosso vapor, che scoppia - in caldo loco;110
ma non a poco a poco, - qual la neve,
che il freddo beve.24

Il freddo beve, e si congela in brina
quel ch'aura mattutina - o sera agguaglia,
come si quaglia - in pioggia il fummo, e cade
dolce alle biade.25

Per far le biade e' manca nell'Egitto,
onde il Nil fu prescritto - che inondasse,
che Assur fruttasse - e l'India in questa guisa,
che Dio n'avvisa.26

Dio pur n'avvisa, che l'Arabia ottenne
solo rugiada, e fenne - incenso e manna,
nettarea canna, - e ragia, di che degni
fûr i miei regni.27

Tutti anche i regni han piani, balze e selve,
pasto e casa di belve. - Oh, maraviglia!
quanta famiglia - per te, Signor, nasce,
si cresce e pasce.

Si cresce e pasce di liquor terrestre
il ferro, il sasso alpestre;28 - un grasso e molle(g)
l'erbe satolle, - immobili animali.

Fa' a que' c'han l'ali,
a que' c'han l'ali, a chi serpe, a chi anda
foglie, radici, ghianda, - grani e pomi;
altri ne domi, - altri armi, altri fai inermi,
né senza schermi.

Hanno per schermi i ricci e gli arboscelli
spine contra gli augelli, - asini e bovi;
altura trovi - in querce, abbeti e faggi
per tali oltraggi.29

Per tali oltraggi han le quaquiglie e i pini
guscio; e vesti d'uncini - contra i colpi,(h)
che ghiro non le spolpi, - han le castagne;
ma pur le fragne.30

Però le fragne, ché Dio ha destinato
Ch'ogni ente non sol nato - sia d'ogn'altro,
ma l'uno all'altro - sia cibo ed avello,
or questo, or quello.31

Ma questo e quello, resistendo, addita
godersi in ogni vita, - che Dio dona:
e, perch'è buona - ogn'altra viva norma,
pur si trasforma.32

Chi la trasforma con tanta sua laude,
che sieno molti gaude - gl'innocenti:
pochi possenti - orsi e leon vedrai,
pecore assai.33

Pecore assai, che dal caldo e dal gelo
solo difende il pelo. - Frutti e fiori,
tu, fronda, onori: - a' timidi è soccorso
la tana e 'l corso.
Le tane e 'l corso ha il cervo, il lepre, il capro:
corna il bue: sanne l'apro: - onghie il cavallo:
vivezza il gallo, - ch'al fiero leone
spavento pone.

Spavento pone all'elefante il drago.
Oh, spettacolo vago - di lor gesti!
Falcon, tu avesti - rostro, e duro artiglio
l'aquila e 'l niglio.(i)

L'aquila e 'l niglio han pur la vista acuta,
come il can lunge fiuta - la sua preda;
perché provveda - ode lontano il lupo
al ventre cupo.

Pel ventre cupo ha forza la balena,
molta astuzia ha la iena, - industria l'ape.34

Oh, come sape - politìa e governo,
d'està e d'inverno!
D'està e d'inverno han città le formiche;
stanze altri sempre apriche - si procaccia;
va il ragno a caccia, - e si fa rete [e] stanza
di sua sostanza.35

Di sua sostanza si circonda e cova,
prende l'ali, e fa uova - quindi uscendo,
varie vivendo - vite un verme:36 ahi lasso!
Oltre io non passo.

Oltre io non passo, non posso; assai ignoro
l'anatomia, il lavoro, - fraudi ed ire,
gioie e martìre - di quanti il mar serra,
l'aria e la terra.37

O aria, o terra, o mar, mirar potrei
Ne' vostri colisei - ta' giuochi io sciolto!
Ma chi è sepolto - in corpo, sol s'accorge
che poco scorge.38

Se poco scorge, potrà dirne meno.

Ma il sermon vostro appieno - a tutti è aperto;
non è coperto - a nazione alcuna
sotto la luna.

Sotto la luna il nostro dir trascenda
al Re della tremenda - maestate.

Transumanate - menti, voci e note:
ite al Signor, che tutto sape e puote.39

Commento dell'Autore

1 La terra sta pésola in mezzo al mondo, unita dall'amor della conservazione, e gode del freddo per contrastare al sole caldo, che vuoi disfarla.

2 Le cose, volendo esser sempre, com'è Dio, lodano ed amano Dio in questo atto.

3 Il sole, non per odio per sé, ma per amore, age contra la terra.

4 Nota come il sole abbraccia la terra per farla cielo, e come ella abbraccia il sole, mentre lo fugge e combatte, perché unisce il calor dentro sé; circondandolo col freddo, più lo rinforza; dal che si vede ch'ella, fuggendo il fato, incorre in quello, e così tutti gli enti ecc.

5 Stupenda cosa, che poi aggrada quel che prima abborre, perché diventa natura, e si perde il senso d'altro miglior essere; e pure s'ammira che, fuggendo, incorre nel mal fuggito e poi amato. E questo è per divino ordinamento, onde adiviene che il sole sia padre e la terra madre del mondo e delle cose, nelle quali riluce l'arte divina.

6 Parla a' monti, che, con tante utilità a chi servono, mostrano i primi la divina arte.

7 L'uso dell'acque. Le navi in esse leggiere sono, e gravi in terra.

8 Nota come l'oceano esce dalla terra come sudore; e per legge naturale del Verbo Eterno non sommerge la terra, ma non per miracolo nuovo, com'altri dicono. E come il mare unisce le nazioni con la navigazione.

9 Nota che di più unisce il cielo con la terra esso mare, perché, se quello non fosse, non si farebbono vapori, e si spartirebbe l'un dall'altro. E come e' nutrica la terra e l'etera.

10 Vedi come si lambica, e va sopra i monti, e poi scende per fiumi e piogge, e ritorna in circolo.

11 Non fa consistenze di comete e di tuoni e di piogge, se non è misto il vapor acqueo col terreo, cioè il sottile col grosso. Vedi la Filosofia.

12 Nota l'uso de' tuoni, da nullo così altamente cantato; e come l'Autore truovò la causa finale di tutti gli enti secondi, ignota alli antichi, assai desiderata da Socrate. Vedi Platone in Phaedone.

13 Uso del fuoco intra la terra.

14 Come la varietà della terra sia utile alla varia vita di vari enti.

15 Come è più capace, sendo montuosa ed avvallata, che piana o tonda.

16 Mira che i diversi climi per diverso calore variati, e gli diversi siti producono la diversità degli enti, onde noi conoschiamo la divina arte, di virtù multiplicissima.

17 Nota come del fummo si fa l'acqua nelle caverne de' monti, e più dell'acqua del mare lambicata come per spogna o per feltro.

18 Come Dio dispose che non in ogni paese ogni cosa necessaria nasca, perché andassimo cercando, e così conoscessimo Dio in tante opere sue, e con le altre genti facessimo commerzio.

19 Dell'uso mirabile del flusso e reflusso del mare e dell'aria, secondo la nostra Filosofia, non inteso dagli antichi come si faccia, né per che fine.

20 L'uso de' venti.

21 Il vento, portando gli odori e 'l freddo e 'l caldo, tira gli animali a' diversi paesi, e di più le navigazioni; ed invita a consulta il vento freddo e forte, che unisce i spiriti dentro. Ma il grosso australe fa dormire, ed in Libia atterra nel sabbione i passaggieri.

22 Uso dell'aura.

23 Come il sole fa l'iride, segno di pace.

24 De' grandini e loro differenza dalle nevi.

25 Della rugiada e brina.

26 Providenza divina che nell'Egitto, mancando vapor atto a farsi pioggia, ci sia l'inondazione del Nilo, e così nell'Indie del Pegù e Menan, e 'l Tigri in Assiria.

27 Come l'Arabia solo ha la rugiada, e però fa incenso, manna ecc.; e che la Calabria ha la stessa grazia della manna e zuccaro.

28 Donde si nutrisce il ferro e li metalli.

29 E donde l'erbe, le quali sono fatte per gli animali, e questi per gli uomini, e l'uomo per gli angeli, e questi per Dio. E nota come le piante altre son domestiche, altre silvestri, altre armate di spine, altre disarmate ecc.

30 Come non giova la difesa, se non quanto Dio ha destinato, così agli animali com'agli arbori.

31 E come l'uno è sepolcro dell'altro, che si mangia.

32 E che la resistenza degli enti al morire sia argomento che ogni vita sia buona; e come finalmente pure si muta in altra vita, perché in tutto riluce l'Idea divina.

33 Nota che gli animali crudeli sono pochi, e gli innocenti assai.

34 Nota la difesa di tutti animali e piante in che consista.

35 Quale animale di che sensi prevale.

36 Questo verme è quello che fa la seta, e si serra nel cucullo, e poi esce alato ecc.

37 Essere impossibile dire de' costumi de tutti gli animali ecc., e delle loro parti ed uso.

38 Dice che, stando l'alma sepolta nel corpo, non può sapere le cose del cielo e della terra e l'uso loro; ma assai scorge, mentre conosce che non può sapere e non presume di dire quello che non sa, come se 'l sapesse. Vedi la canzone del Primo Senno.

39 Commiato.(a) L'originale reca: pesolo (Scelta 1622, 118).
(b) Correzione autografa di: compagna (Scelta 1622, 120).
(c) Correzione autografa di: fummo (Scelta 120); da segnalare che Firpo non tiene conto della correzione (Scritti letterari, 219).
(d) L'originale reca: colle (Scelta 1622, 121).
(e) L'originale reca: Il convertendo fummo (Scelta 1622, 121).
(f) L'originale reca: nubi (Scelta 1622, 121).
(g) In fondo a questo verso nell'originale Campanella ha inserito due segni diagonali: / / (Scelta 1622, 122).
(h) L'originale reca: polpi (Scelta 1622, 122).
(i) Qui e nel verso successivo l'originale reca: e 'l figlio. (Scelta 1622, 123).
(j) Correzione autografa di: così gli animali, (Scelta 1622, 123).
(k) Correzione autografa di: esce allato (Scelta 1622, 124).

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