Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 23

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madrigale 2


Era il Senno degli enti da principio,
ed era appresso Dio, era Dio stesso,
sì come era il Potere
e l'Amor, che tre vere
preminenze dell'essere io confesso,
degli enti tutti un interno principio,
onde ogni parte e tutto
puote, ed ama, e conosce
essere ed operare;
segue le gioie e fugge dall'angosce;
strugge il nemico, per non esser strutto,
e 'l simil sa cercare:
dal che fu il mondo in ordine ridutto.

Commento dell'Autore

Mostra che 'l Senno è eterno, ed è Dio, e quel che l'Evangelo chiama «Verbo di Dio». E che 'l Potere e 'l Volere sono in Dio eterni ed un essere, e ch'ogni ente partecipa di queste tre primalità o preminenze internamente, sia semplice o sia composto, secondo appare in Metafisica. Poi lo mostra dall'azioni e passioni, e simpatie ed antipatie, che le cose sentano. E che dal senso vien distinto il mondo. Il fuoco va in suso, perché sente il cielo amico, e fugge la terra, sentita da lui per nemica; e le cose terrestri vanno a basso; ed ogni simile al suo simile, e fugge il contrario. Talché disse il vero Anassagora, che l'intelletto distingue il caos: ché, se le cose non partecipassero da lui il sentimento, tutte si fermerebbono dove sono; e non ci sarebbono moti, né azione, né passione,né generazione, senza senso di gioia e di dolore.

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