Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 25

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madrigale 5


La purità natia dunque si tira
Dall'armonia del mondo e d'ogni corda,
che vario suon disserra,
tesa in cielo ed in terra;
e chi sa ingenerarla, a lor s'accorda,
dove, onorato, Dio sua grazia aspira.

Oh felice soggetto,
degno di favor tale,
che Dio in lui di sé goda!
Poscia è felice chi tanto non vale,
se, ascoltando, s'unisce a quel perfetto.

Ma d'ogni ben si froda,
chi nato è impuro e schifa il saggio e schietto.

Commento dell'Autore

Assai difficile è a dire come dall'armonia del cielo e della terra e delli secondi enti co' primi avviene la purità dello spirto sensitivo, e come si può far generazione perfetta sotto certi luoghi e stelle e tempi, secondo che l'autore scrive nella Città del Sole. E che Dio, onorato in cercar la sua grazia per ragion naturale da lui seminata, infonde il suo aiuto, ed unisce l'anima immortale a spirito puro, e fa uomini divini. E ch'egli è ottimo e purissimo, chi per sé tutto sa, e quel che non si sa intende. A questo segue in grado chi crede al purissimo, ma chi non crede al savio e puro intelletto è disutile a sé ed agli altri. Ed Esiodo disse: «Optimus ille quidem», ecc., «Proximus» ecc., «At qui nescit», ecc.

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