Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 26

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26
Introduzione ad Amore, vero amore


Il vero amante sempre acquista forza,
ché l'immagine amata e la bellezza
l'anima sua raddoppia; donde sprezza
ogn'alta impresa ed ogni pena ammorza.

Se amor donnesco tanto ne rinforza,
quanta gloria darìa, gioia e grandezza,
unita per amor, l'eterna Altezza
all'anima rinchiusa a questa scorza?
L'anima si farìa un'immensa spera,
che amar, saper e far tutto potrebbe
in Dio, di maraviglie sempr'altèra.

Ma noi siamo a noi stessi lupi e zebbe,
senza il vero Amore, luce sincera,
ch'a tanta altezza sublimar ne debbe.

Commento dell'Autore

Egli è vero che l'amante si raddoppia, perché si fa essa cosa amata, onde divien forte ad ogni alta impresa per la divinità della beltà amata a lui unita. Or, s'egli è così, molto più la beltà eterna fa l'uomo invitto, che di lei s'innamora; e però gli amici di Dio con la fede viva, amorosa traspongono i monti, trasmutan le cose, fermano il sole, come Giosuè. Ma noi siamo lupi del nostro bene, e pecore divorate dal nostro lupino amore, e privi della sincera luce d'Amor divino, che ci può deificare e farci comandare a tutte le creature.

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