Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 4

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Del mondo e sue parti


Il mondo è un animal grande e perfetto,
statua di Dio, che Dio lauda e simiglia:
noi siam vermi imperfetti e vil famiglia,
ch'intra il suo ventre abbiam vita e ricetto.

Se ignoriamo il suo amor e 'l suo intelletto,
né il verme del mio ventre s'assottiglia
a saper me, ma a farmi mal s'appiglia:
dunque bisogna andar con gran rispetto.

Siam poi alla terra, ch'è un grande animale
dentro al massimo, noi come pidocchi
al corpo nostro, e però ci fan male.

Superba gente, meco alzate gli occhi
e misurate quanto ogn'ente vale:
quinci imparate che parte a voi tocchi.

Commento dell'Autore

In questo sonetto dichiara che l'uomo sia, come il verme nel nostro ventre, dentro il ventre del mondo; ed alla terra, come i pidocchi alla nostra testa; e però non conosciamo che 'l mondo ha anima ed amore, come i vermi e gli pidocchi non conoscono per la piccolezza loro il nostro animo e senso; e però ci fan male senza rispetto. Però ammonisce gli uomini ch'e' vivano con rispetto dentro il mondo, e riconoscano il Senno universale e la propria bassezza, e non si tengano tanto superbi, sapendo quanto piccole bestiuole e' sono.

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