Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 28

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Canzon d'Amor secondo la vera filosofia

madrigale 1


Udite, amanti, il mio cantar. Sempr'era
L'Amor universal, s'egli Dio spinse
a far il mondo, e non forza o bisogno.

La sua Possanza a tanta opra l'accinse,
però che dentro a sua infinita spera
la prima Sapienza, ond'io ciò espogno,(a)
previde che potea starvi l'essenza
de' finiti enti, e disse: - Or vi ripogno. -
Ché Amor, a cui ogni essere è bontate
Ch'al Senno è veritate,
vita alla Potestate,
l'antevista possibile esistenza
repente amò: tal ch'e', c'ha dipendenza
dal Senno e dal Poter, la volve a loro:
ché poter e saper essi non ponno
quel che non vonno. Dunque insieme adoro
Possanza, Senno, Amor, Primo Ente e Donno.

Commento dell'Autore

Senza invocazione comincia la canzone d'Amore; e mostra che sia eterno, perch'egli spinse Dio a far il mondo. Perché quel che era possibile essere, Dio buono amò che fosse, come col Sapere avea previsto e col Potere fece. Onde conchiude che Amor nasce dal Potere e dal Sapere eternamente, e che il Potere e 'l Sapere non possono né sanno, se non vogliono: dunque pendono anch'essi d'Amore. Onde si vede che Possanza, Sapienza ed Amore sono un Primo Ente, ed in ogni ente son primalità, secondo la Metafisica. Qui ci son sensi mirabili.

Note di GLP

(a) Firpo congettua che espogno e il successivo repogno (verso 8) siano le lezioni corrette per espongo e ripongo presenti nell'originale (Scelta 1622, 25).

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