Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 28

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madrigale 3


Il Primo Ente divino, uno, immortale,
tranquillo sempre, è l'infinito Bene,
proprio oggetto adeguato del su' Amore.

Or, perché ogn'esser da quel primo viene,
è buono e lieto oggetto naturale
del proprio amor, talch'egli ama il Fattore,
se stesso amando, di cui è certa imago.

E però s'ama d'infinito ardore,
bramando farsi infinito ed eterno,
ché è tal l'Autor superno.
Quinci nasce odio interno
contra 'l morire in chi non è presago
d'esser vicin più al primo, ond'è sì vago,
ch'anzi odiar sé, che lui, può, Bene immenso.

Del Ben il senso amor spira per tutto;
ma alle parti mortai del male il senso,
per parziale amor, l'odio ha produtto.

Commento dell'Autore

Come il Primo Essere è Sommo Bene, adeguato oggetto del proprio amore, così ogni secondo essere è adeguato ben del proprio amore; e da qui si scorge che viene dal Primo Essere, perché ama esser sempre ed infinito ogni ente, come è Dio; talché, amando sé, più ama Dio. Questo è provato in Metafisica. Mostra poscia l'odio nascer dall'amor dell'essere, che fa odiar il non essere, e solo si truova negli enti secondi particulari, che possono non essere. E 'l senso dell'essere spira amore, e 'l senso del male, ch'è 'l non essere, spira l'odio. Deus autem nihil odit quae fecit.

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