Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 29

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Della Bellezza, segnal del bene, oggetto d'amore

madrigale 1


L'Amor essenzïal, cui son radici
Senno e Valor nativi, donde in terzo
s'integra ogni esser, si conserva e chiama
bontà, verità e vita: a grande scherzo,
in voglie accidental, diffonditrici
dell'essere, come arbor, si dirama,
o perché in sé l'ha a perdere, o per mostra
di suo' beni a bear altri chi s'ama.

Talché un Cupido in Ciel di Copia nasce
gioiendo; e con ambasce
qui d'Inopia un, che pasce
pur letizia di vincere la giostra
contra il morire in questa bassa chiostra.

Or fra le cose ancor, che tutte buone
a sé, al mondo e a Dio, perché salute
sono all'altre o fatal destruzione,
puose un gran segno la Prima Virtute.

Commento dell'Autore

Amor essenziale è quello col quale ogni ente ama se stesso, e nasce dal potere e sapere l'esser proprio. E questo amor si divide quasi in rami di amor accidentale, ch'è quello col quale amiamo le altre cose, perché amiamo noi stessi. Queste voglie di diffondersi in altro sono, perché muoiamo in noi e cerchiamo vivere in figli o in fama, o perché cerchiamo a far bene ad altrui. E Dio si diffonde solo per bene nostro in noi, ché non può ricever bene, ma darne solo. Però dall'Amor essenziale nasce Cupido in Cielo, di Abbondanza, che dona ad altrui bene; ed uno in terra, d'Inopia, che cerca ricever beneficio ed immortalità, onde per questo ci dà gioia. E, perché tutte le cose son buone ad altri, ad altri male, benché a sé ed a Dio ed al mondo tutte son buone, Dio, per farci conoscer qual cosa ci è buona, ci pose il segnale, ch'è la bellezza; e, per conoscere il male, puose per segnale la bruttezza.

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