Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 29

Precedente Successiva

29
madrigale 7


D'ogni ben che conserva in qualche foggia
l'essere in sé, ne' figli o nella fama,
beltà il segno si dice: ma la forma
per più propria beltà si pregia ed ama,
perché la virtù scuopre, ch'intra alloggia,
come la mole agli usi suoi conforma,
l'avviva(a) e tempra con arte e possanza.

Ma, se mal serve all'uso di chi informa,
come goffo giubbon fa laido volto,
segnal d'ingegno stolto,
o di poter non molto,
chi non poté o non seppe ben sua stanza
formar; onde è di vita rea speranza.

Ma, s'ella è brutta fuori e bella dentro,
come in Esopo, industria asconde e vita.
Peggio è, se è bello il cerchio e brutto il centro;
pessima è, quando è d'ambi mal fornita.

Commento dell'Autore

Dichiara che, quantunque sia beltà segno d'ogni bene che ci conserva o in noi o ne' figli o nella fama o nella conservazione d'altri, nulladimeno la forma esteriore si conosce tra gli uomini volgari per beltà più propriamente, parlando secundum nos, non secundum naturam. E rende la causa: perché la forma ci dà avviso della virtù nativa che fabbricò il corpo e lo avviva, se lo seppe e puoté far buono al suo uso. Ma, se non serve bene all'uso, cioè se avesse una gamba grossa che non può camminare, un naso torto che non piglia gli odori di ritorno, un occhio che sia impannato ecc., pare il volto laido e brutto; come un giubbon che non sta bene addosso di chi lo porta. Talché dà segno che dentro quel corpo ci sia poca arte e possanza a fabbricarlo ed usarlo; dunque, poca vita e conservazione. Ma, quando di fuori è brutto e dentro è ben formato il corpo, nasconde virtù buona e non la scuopre, come una casa di fuori mal fabbricata e dentro ben ornata: tal fu Esopo e Socrate. Ma peggio è, se di fuori è bello e dentro mal formato, come Nerone; pessimo, se dentro e fuori è mal formato, come Zoilo, perché addita nullo bene del formatore.

Note di GLP

(a) L'originale reca: L'arriva (Scelta 1622, 36).

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche