Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 31

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madrigale 2


Come lo spazio tutti enti penétra,
locando, e d'essi insieme è penetrato;
così Dio gli enti interna, e 'l spazio, e passa,
non come luogo, né come locato,
ma in modo preeminente; donde impetra
lo spazio d'esser luogo, e 'l corpo massa,
e l'agenti virtù d'esser attive,
e gli composti in cui l'idea trappassa.

E perch'egli è, ogni ente è per seguela,
qual splendor per candela;
ma si occulta e rivela
in varie fogge, in cui sempre si vive,
come atomi nell'aria. In fiamme vive
spiace a' legni mutarsi, e d'esser vampe
godon poscia, ch'amor, virtute e senso
dell'esser proprio han tutte le sue stampe,(a)
per quanto è d'uopo, dall'Autor immenso.

Commento dell'Autore

Dio, simile allo spazio, che penetra tutte le cose, e 'n lui sono internamente tutte. Ma Dio, non come luogo, né come locato contiene le cose, o è nelle cose, ma in certa maniera eminentissima, dalla quale il luogo prende l'esser luogo, e la materia l'esser materia, e gli composti l'idea della composta loro. E perché Dio è, ogni ente è per conseguenza, come per candela lucente è lo splendore conseguente: non per natura, ma per volontà di Dio e come in Dio. S'ascondono in Dio quando paion non esser, e si rivelano a noi quando hanno l'essere sensibile. Poi dice che, mutandosi ogni cosa, non s'annicchilano, ma godono pur dello essere in che si mutano; perché ogni ente ha il potere, il sapere e l'amor di se stesso, secondo l'idea donde provengono.

Note di GLP

(a) L'originale reca: stanze (Scelta 1622, 46).

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