Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 42

Precedente Successiva

42
Sonetto cavato dalla parabola di Cristo in san
Luca, e da san Giacomo dicente: "Fides sine operibus
mortua est", ecc., e da sant'Augustino: "Ostende
mihi fidem tuam, ostendam tibi opera mea"


Da Roma ad Ostia un pover uom andando
fu spogliato e ferito da' ladroni:
lo vider certi monaci santoni
e 'l cansâr, sul breviaro recitando.

Passò un vescovo e, quasi nol mirando,
sol gli fe' croci e benedizioni:
ma un cardinal, fingendo affetti buoni,
seguitò i ladri, lor preda bramando.

Alfin giunse un Tedesco luterano,
che nega l'opre ed afferma la fede:
l'accolse, lo vestiò,(a) lo fece sano.

Chi più merita in questi? chi è più umano?
Dunque al voler l'intelligenza cede,
la fede all'opre, la bocca alla mano;
............ mentre quel che si crede,
s'a te ed agli altri è buono e ver, non sai:
ma certo è a tutti il vero ben che fai.
(a) Si ripristina l'originale (Scelta 1622, 59), perché la sonorità napoletana non disturba il verso. Firpo reca: vestìo (Scritti letterari, 110).

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche