Tommaso Campanella, Politici e cortigiani, p. 168

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mondo di quel di Giuda tra gli apostoli nel dicepolato di Dio incarnato, e pur
si dannò; qual peggior di quello di S. Agostino tra Manichei, e di Cornelio tra
soldati gentili scapezzacolli, e pur si salvaro: omo, omo, non dar la colpa a
Dio né al fato ordinato dal suo Verbo, ma a te.
Le stelle non esser causa della malvagità dell’omo e degl’eventi che lo
seguono se non dispositivamente, né esser causa totale di tutti
gl’effetti del mondo inferiore, e però l’astrologo
non accerta nei suoi discorsi
Cap. X
Sendoci cause modificative per la contingenza, e libere per la varietà, e l’onnipotente
per la totalità dell’evento, e le ministre sue per l’operazione; avendo
Dio come conviene questa malvaggia gente sofista essaltata nella carnificina
dell’universo, in pena della pariglia Dio li dà in reprobo senso a credere
ogni superstizione, auguri, stregarie e astrologie, e a ciurmatori ciarlonelli,
tanto che Lutero, dicendo a loro che non han libero arbitrio come le bestie,
essi lo credono, e sottostanno a crudeli osservazioni superstiziose di pseudomagi.
Altri né anco a questa credono, ma solo all’astrologia, perché ha fondamento
nelle cause celesti universali, e scusan le colpe loro falsamente con le
stelle.
Ma se ben filosofassero, intenderiano che l’influsso de corpi celesti ed elementari
non vale a far l’uomo scelerato né santo motive come fa Dio, o suggestive
come fa il precettore e l’angelo e il demonio, ma solamente dispositive di generale
disposizione determinabile della nostra causazione animastica, come fa il
caldo e il freddo e il temperamento, a cui Galeno falsamente attribuisce il
tutto. Certamente l’influsso celeste è soggetto all’uso e abuso umano, perché
se li sacramenti, strumenti sopranaturali, salvano ben usati, e condannano
mal usati: «iudicium sibi manducat et bibit» etc., quanto più le stelle, strumenti
naturali della providenza divina? Io vedo che facendo il cielo una pioggia
con Saturno e Luna in segno Aquario, altri marinari bestemiano, altri fan
voto a Dio con devozione, e che sendo essaltati dal satellizio solare in mezzo
cielo l’un come fa giustizia a vassalli, e l’altro ingiustizia; di più, le stelle non
valeno sopra chi s’alza più in su di loro verso Dio, ma sopra chi sta in giù.
Onde S. Tomaso prova che il fato non coglie chi sopra le cause fatali a Dio

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