Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 111
avete un cavallo bizzarro da sè rifiutante la sella,
lo donate in preda a’ leoni per vedere qualche
piacere
dal combattere, non però senza dispiacere
ch’ei non volle bene operare, e anche della sua
pelle ne
fate far sedie, e cercate ricompensare la
sua perdita con ogni sorta di bene, così l’ostinazione
di Faraone e la
cecità degli ebrei fu convertita
dal Signore ad uso buono di glorificar se
stesso in Moisè e nella liberazione
stupenda del
suo popolo, e negli Apostoli e nella maravigliosa
Redenzione mediante la morte che diedero li farisei
a Cristo. Però sta scritto che Dio se ne dispiace
delle nostre sceleratezze, che non finge,
come vuol
Calvino, e poi d’esso medesimo le fa,
cioè permette, e in uno converte.
Item poi dice l’Apostolo che Dio sostenne
i vasi
di misericordia per sua gloria, i quali previde e
predestinò. Parlo nel detto modo, perchè questi
sono
tali per favor efficace, quali hanno apprezzato
e bene usato, e gli altri sono vasi d’ira, perchè
i beni naturali
e i favori alla salute bastante
dispreggiano e abusano e contra questi comincia
a disputare nell’epistola ad
Romanos, e ivi si
fondano gli eretici, credendosi o mostrando di credere
che San Paolo disputa contra di loro che
Dio ab eterno ha reprobato, e adesso disfavorisce
in essi operando male per aver occasione di eseguir
in loro
sfogamento dell’ira sua antica. Ma
in verità Iddio secondo la sua sentenza non riman
sospetto d’ingiustizia,
perchè quell’efficace di maggior
pietà dona a chi vuole, come Signore ch’egli
è, non facendo torto a gli altri
figliuoli, a’ quali
dona a sufficienza comunemente, il che farebbe
se loro la negasse e operasse in loro male,
come
Calvino dice, e non gli aspettasse a penitenza,
se non per burla. Però Iddio antivedendo li vasi
d’ira
li permette, perchè manifesta la sua giustizia
in essi, il che è bellezza della distinta università
delle cose
risolta e a maggior piacere de’
buoni in tanta misericordia, della quale potevano