Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 118

Precedente Successiva

e quella di Faraone a Moisè e agli Ebrei risultò
in più onore e gloria e quella degli Ebrei a beneficio
fu de’ Gentili, e in tutti gli effetti suoi
si glorifica Dio, e perchè gli Ebrei non dicessero
che a’ Gentili nò mai ciò fu permesso, ma solo
agli Ebrei, come si vantavano, induce l’autorità
d’Osea che mostrò la reprobazione dei Giudei
per i loro peccati, e l’elezione de’ Gentili, e poi
quella d’Esaia, che dice, non tutti ma alcuni
Giudei doversi salvare, cioè i detti ben credenti,
d’onde conclude per la disputa nel fine del cap. 9
che li Gentili perchè cercavano giustizia nell’opere,
e credevano alla fede furon ricevuti, e i
Giudei che alla fede ripugnavano furono reprobati,
perchè quasi dall’opere ciò fingendo d’esser
osservanti della legge credevano salvarsi perfidiando
a Cristo, onde inciamparono secondo la
profezia nella pietra dell’offesa, perchè badando
ad altro che al vero che innanzi se gli teneva,
cioè all’utile non sano, e alla falsa ragion di
Stato sono cascati e le genti che la legge abbracciata
in queste parole: “Chi crede in Cristo e l’imita
sarà salvo” par ricevuta, entrarono in grazia
secondo che Dio previde e predestinò. Seguita
poi l’Apostolo nel X cap. a mostrar con l’altra
profezia il medesimo e gli Ebrei conchiude che
l’ostinata incredulità li fa reprobare secondo disse
Dio a Esaia: “Tutto il giorno ho tese le mie
mani a questo popolo disubidiente e contradicentemi,”
ma poi per non farli disperare mostra che
credendo si possono inserire nel ceppo d’Abramo
onde erano tronchi per l’incredenza e che Iddio
gli ama per amore de’ suoi antecessori, e ha le
genti Iddio inserite al luogo loro per provocarle
a ritornare alla fede de’ padri. Ecco dunque dove
stanno li punti dell’Apostolo che tanto per se
tirano gli eretici e sono lontanissimi dal loro pensiero,
e se noi credemo a questa esposizione di
Teofilato e forse d’Attanasio pare evidentemente
che quel che per argomento apporta l’Apostolo,

Precedente Successiva