Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 121

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dire: perchè non ci salvi tutti di assoluta
potenza e perchè permetti che alcuni pecchino e
si dannino? sendo che questo fu con giustizia, si
come salva per misericordia; ma potrebbe ben
dire colui che Dio all’inferno predestina e efficacemente
disfavorisce (come i settarii settano) perchè
mi condanni senza merito, e predichi di essermi
padre e che mi vuoi salvo, acciò mi danni
operi in me il male e il peccato efficacemente,
sicchè io non ti posso resistere e ti lamenti di te
fingendo che io da me operi quel male che tu fai
in me? Questo argomento stesso fa l’Apostolo
secondo la glosa e l’esposizione di Teofilatto, e
gli eretici lo prendono per dottrina certamente, se
ciò a Dio non potesse dire il reprobo, secondo il
mondo dei Luterani e Calvinisti, neanche un
buon cittadino potrebbe mai dire ad un tiranno
che faccia ingiustizia a buoni o a quei che non
demeritano: neanche Nerone quando si travestiva
e s’incontrava in cittadini e l’insultava sconosciutamente,
e perchè si difendevano li faceva
ammazzare, si potrebbe dire che facesse male, nè
noi potrebbono dire i tiranni insurgenti perchè
sempre ognuno potria rispondere: Io invito Dio
mostrando la mia robba ne’ vasi dell’ira.

Ger. Adesso tornate al nostro seguito.
Giac. Imperò tanto sappiamo i prencipi della
giustizia naturalmente non consistere in punire
come si pensano alcuni tristi, che non si imaginano
mai esser tenuti prencipi giusti, se prima
non faccino appiccare un migliaio d’uomini
per ogni lieve cagione, ma principalmente consiste
in governar con tutte buone leggi, che tutti
diventino buoni per esempio del capo, il quale
è legge animata. Noi dunque se questa legge
buona premierà la virtù e aggrandirà i buoni
simili a sè per virtù, non per parentado, come
vi vantavano questi Giudei venir d’Abramo farà
vergognar gli uomini de vizï, e se pochi incorrono
in errori e malfatti secondo da la religione

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