Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 134

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contra questi legami di religioni fallaci ultra
naturali. Volete vedere che fra costoro va così?
Quando predicò Lutero i popoli vennero tanto
disubbidienti al Duca stesso di Sassonia, che non
si potean correggere; laonde Lutero fu costretto
a far visita a Sassonia, dove comandò a’ suoi
discepoli che predicassero l’obedienza al prencipe,
e quel Duca con nuove leggi frenò quella
licenza che Lutero avea prodotta per libertà apostolica:
ciò vedendo similmente i Svizzeri osservano
le loro leggi naturali antiche non Luterane,
come dicevano, e Norimberga le veneziane.
Intesi di più in Padova da Inglesi stessi che in
Inghliterra molti si lamentavano gli anziani di
aver levato via la confessione secreta, che da
indi in qua quel regno abonda di vizii enormi
e non essendo chi rivegga loro il conto in conscienza,
si fa il peggio, che si sa, tanto più che
ànno questo sogno di smaltire tutte le sceleraggini
dicendo basta che diciamo di essere salvi,
e quando alcuno li riprende gli sono addosso
con queste parole: “che credi tu d’esser salvo
pe li tuoi beni affari?” Gli Angioli godono dice,
il Signore, quando un peccatore fa penitenza e
i luterani se ne burlano. In verità questa bestemmia
è la più abominevole e contraria alla
vita politica, che dicono l’aver contrizione e dolore
de’ propri falli esser gran peccato, perciocchè
è segno di poca fidanza in Cristo, come che
li dispiacerà d’errare contra chi l’ama e come
contra le sue voglie non fusse naturale e dal Signore
stesso non fusse comandato; che se noi amiamo
lui non dobbiamo peccare, e d’aver peccato
ci pentiamo per aver mercede e come che
la fidanza in Cristo fusse di veder ogni furberia
esserci spenta perchè entriamo in parte con lui
in vedere che fa bene salvando noi soli, e gli
altri a capriccio facendo perire. Or così questi
furbi trascurano la conscienza e la fede ardente
di carità che a Cristo conformi ci rende, ne fanno

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