Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 137
leggi, e nel fetore di simili bestialità, tanto che
si può dire cristiano, dice Santo Agostino, mutategli
alcune cose è cattolico, dico io, perchè il
purgatorio, negato da’ Luterani, asserisce persuaso
solo dalla
ragione delle diversità. Non è meraviglia
dunque se tal modo tralsate le sacre scritture
al popolo fa leggere. Si
sforzano dell’altra
parte i ministri per Cristo parziale per loro e con
certe distinzionette costringere la plebe
a viver
politicamente. Notisi di più che gl’ignoranti volgari
desiderosi per comune istinto naturale d’esser
in parte della sapienza, godono in quella setta,
dove la dottrina è volgata: però parendo loro restar
trattati da bestie tra’ nostri, non amano venire
alla verità cattolica, ma restano in quella
prima per
parzialità, e dove la politica non li corregge,
con tutto che i libri sono translati e postillati
a modo di Lutero
e sono cacciate fuori
della loro bibbia tutte quelle scritture che fan
contra loro, come l’Epistola di San
Giacomo, i
Maccabei, Tobia e altri, pur sono trascorsi in tanto
che in ogni cosa regnano tante opinioni quanti
sono testi, e ciascuno i salmi, evaneglii e epistole
a suo senno intender vuole; perilchè contendono
e
nascono infiniti scompigli e, come dice Orello
pitagorico, sovente delle discordie d’una casa, si
viene a quella
d’una repubblica, di cui ella è quasi
elemento, e in fatti si dice da uomini degli di
fede che in Alemagna sono
uomini che quasi ogni
mese mutano religione, onde nuove mogli, nuovi
battesimi e nuovi vizii apprendono, e ogni
setta
purchè abbia uno della sua banda, gli perdona i
peccati nelle altre fatti, dicendo che Dio gli ha
illuminati. Però Slesia, Sassonia, Svizzeri e Inghilterra
e tutti quei che politicamente si governano,
han
ridotto sotto una religione, o due il
loro stato, e all’altre han dato bando e sovente
abrugiano i loro
partegiani. Il Moscovita provvide
che nel suo regno non entrasse il Duca di Baviera
più saviamente e più piamente
di tutti i germani