Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 144

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e alla santa mia ragione voltan il tergo con la
mente china che credevi un corsale o ladrone con
lui correre. Vedete come quadra a questo furbo
riformatore della legge divina sotto fede di zelo
evangelico come il favorisce sotto zelo della legge,
per contrario derformarono l’Evangelio, tutti facendola
da Consule e segue:

Così vivesti, dice il sommo padre,
E perchè ’l stacco, chè tu ti pensavi
Compagno avermi ne l’opre tue ladre.


Ger. Certo fia così, perchè questo traditore indiavolato
per fare Dio compagno delle sue furbarie
finge che Dio fa quel che egli adopra, nè
potea trovare più comoda finzione che sotto specie
di aggrandire l’Evangelio, mentir la legge eterna,
santa e soave, mostrando che Dio in quella ci
tradisce e tradendo la causa anco dell’Evangelio
insieme di buono annunzio facendolo spaventevole,
benchè lo condisce con isformarci le coscienze
per ogni gusto, che si appresenta, non avendo libertà
noi di astenerci, essendo cosa vana far che
non giova, se Dio l’ha determinato. Però pochi
se si accorgono, ma bevono il veleno senza sentirlo
in bocca come si dice con la…
Giac. Apportò Giulio i versi del maggior poeta
sacro ne’ quali Giove parla contra la furbaria di
Lutero. Appunto apportarò il maggior poeta profano
che introduce giove lamentare di questi
empii luterani che fanno Dio cagion de’ mali per
scusar se stessi. Questo è Omero, in cui Egisto
viene ammazzato da Oreste per le sue tristizie
particolarmente per aver fatto morir tirannescamente
Agamennone per godersi della moglie,
a cui sendo andato Mercurio a dirli da parte di
dei che non facesse tale sceleraggine perchè se
ne pentirebbe, non volse obedire onde fu poi ammazzato
per questo. Tal che piglia occasione il
poeta di riprendere quelli che negano il libero
arbitrio e che alli dei attribuiscono i propri mali

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