Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 171

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vivo la profezia di Lutero in prosa e in versi?
Certo non ne trovarete un’altra che li consoni
meglio di questa, sendo a tutti manifesto che egli
non per caldo di carità, ma di pignatta si è mosso,
come in tutte l’opinioni sue mostra, contra il
pontefice inventate, perchè non gli dava da predicare
indulgenze e rubar la moneta dell’elemosine
per ingrassar la bottega, nè vescovadi, nè
prebende, nè mogli come ei desiderava.

Ger. Questa delle mogli come va? Non concesse
Cristo che tutti ne pigliassero?

Giac. I nostri religiosi vogliono osservar quel
che disse Cristo: “Beati coloro che per il Regno
de’ Cieli si sono castrati,” avvengachè altrove non
neghi ad alcuno ammogliarsi; perchè in vero non
è bene che uno che all’Altare serve attendi a negozii
di Venere. Nè San Paolo, benchè permetta
a’ vescovi la moglie nè gli altri Apostoli doppo
che all’apostolato furo assunti, presero mai mogliera.
Il simile osservò Sant’Agostino e San Basilio
con loro frati e i monaci d’Egitto e Palestina
e altri Santi antichi doppo Cristo perchè
innanzi la linea d’Abramo s’ammogliava per
l’aspettazione del Redentore che in quel ceppo
doveva esser investito. Egli è chiaro che non si
può attendere alla contemplazione e alla moglie,
perchè l’una tira ad alto e l’altra a basso. Quinci
è che i filosofi generano figli estenuati e di poco
ingegno, chè lo spirito animale alla contemplazione
attento della mente, si disminuisce e non
corre ad uscir nel coito, badando nella testa ad
altro. E San Paolo disse: Chi può star senza mogliera,
è bene, però che l’ammogliato della moglie
servo diventa e alla dolcezza de figliuoli si dona
in preda, sapete quanto può venere, onde il servizio
di Dio si trascura. Quinci è che i religiosi
sian così come egli era, poichè la chiesa greca a
cui per fragilità e lussuria del paese fu concessa
la moglie, è andata quasi in ruina. Seguono anche
maggiori disordini, chè se adesso per sovvenire

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