Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 173

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repubblica cristiana da gli ammogliati seguirebbe.
Io veggio che non rimarrebbe uomo se così potesse
fare che non volesse goder la moglie, il sacerdozio
e ’l signoreggiare il temporale e spirituale:
lascio agli altri disordini che di ciò pensar si ponno.
Quando erano pochi i sacerdoti credo che si potea
far questa legge, o promissione, ma adesso in nessun
modo… Considerate bene.

Giul. Oh quanto bene pensate! Notate pure
che in Alemagna infiniti scompigli da ciò son
venuti, ma perchè son divisi in sette e non hanno
tante ricchezze i loro preti quanto hanno, chè
tutte se l’hanno i prencipi usurpate, nè hanno
anco gli onori che si danno, perchè tutti son soggetti
al temporale. Vedete che indegnità sostengono
per star fuori della madre chiesa, e degli
onori della repubblica non partecipano, nè anco
hanno i loro luoghi, perchè nelle piazze e nell’ecclesia
i laici non si levano la precedenza a’ preti
come si vede a’ Svizzeri e a Grisoni e nelle città
libere d’Alemagna e Lituania, quindi avviene che
tutti non si fanno preti; ma in Italia e Spagna
dove tutto il contrario s’osserva convenendo che
la religione dia legge alla politica e che le cose
divine soprastanno alle umane e i clerici che vuol
dire eletti a governare, e laici che vuol dire popolari
d’esser governati, secondo che Moisè comandò
da Dio ammaestrato e le leggi anche composteci
da Costantino e Federico, avvien certo
che tutti ci facciamo preti e frati, e l’entrate ch’eglino
a’ poveri dispensano, in uso della madre,
moglie e figli convertirebbono. In Inghilterra
poi nè figli di preti nè di vescovi calvinesi son
tenuti per legittimi, nè succedono all’eredità paterna
de’ beni stabili; però non son tutti preti, e
le mogli di quelli sono schifate dall’altre
come concubine, e in verità così è. Or vedete come neanche
essi moderni credono a quel che fanno dalla
fede calvinista contrariale, ma la mantengono a
torto e a dritto perchè vi si trovano; così similmente

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