Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 177

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quando il santo papa perdona con certe emende,
è chiaro che il fa ragionevolmente con podestà
divina; dunque per i meriti de’ santi e di altri
preganti per noi con buon zelo, si deve stimare
che Dio apprezza la Carità comune che a lui ci
unisce e cuopre la moltitudine de’ peccati, come
dice in San Giovanni, ci perdona e rimette delle
colpe la pena e le colpe istesse, come perdonò al
popolo per li prieghi e meriti di Mosè e per altri
Santi ad altri. E Papiro Cursore Dittatore Romano
perdonò a Fabio Tribuno anco ai prieghi
del Senato. Ecco quanto e divinamente e realmente
l’indulgenze fondate sono e la loro credenza
è necessaria alla civiltà: che i Santi in Cielo per
noi preghino è manifesto: che l’han pregato dice
Sant’Agostino in questa vita dove minor avevano
carità e sicurezza manco d’impetrare, maggiormente
ciò facciamo nell’altra dove sono maggiori
nella virtù e assicurati della perpetua felicità. Dicono
gli avversari: i Santi non sanno i nostri bisogni.
Sant’Agostino dice che li sanno, perchè molti
passando da questo secolo all’altro ogni dì ne
portano nuove, e veggono in Cristo ogni cosa, dice
San Gregorio per la unione beatifica. Se Iddio
fusse tiranno come lo finge Lutero, non a loro
comunicherebbe le nostre cose, ma proviamo con
verità ch’ei non è tale. Di più Cristo narrò che
Abramo il quale fu inannzi Mosè cinquecent’anni
in circa, disse al ricco Epulone quando li domandava
per Lazaro fussero avvisati li suoi parenti:
Hanno Mosè e Profeti che bastano. Dunque quei
dell’altro secolo sanno quel che si fa e molto
maggiormente in Paradiso che nel buio del Limbo
ov’era Abramo. Gran consolazione è negli animi
nostri, la quale non ci si dee defraudare, il saper
che i santi i nostri bisogni sanno e tengono conto
di noi nella Corte Celeste, e quei in particolare
che amicizia con esso noi in questo mondo ebbero.
San Giovanni dice che gli Angioli portano l’orazioni
de’ Santi in Cielo a Cristo e che sempre

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