Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 95
padre e figlio nella medesima casa, nè ordine civile
da religione regolato, ma più tosto reprobato;
la discordia anco de’ nostri è buona causa di questa
durata, i quali, principiando queste sette, facean
guerra tra se in Italia e in Francia e diedero
in occasione ch’elle aumentassero e maggiormente,
perchè
furono favorite da’ prencipi protestanti
nemici di Carlo Quinto per ragion di stato, e da
Errico Ottavo inglese
per l’inimicizia che prese
col papa perchè non voleva condescendere a questo
matrimonio suo scelerato con Anna
Bolena
meretrice, vivente la moglie legittima: ma se tutta
la repubblica cristiana si fosse da principio levata
contro a quelli scelerati, si come il pontefice nostro
monarca comandava, sarebbe[ro] già spenti,
come fu frà
Dolcino con i seguaci in Vercelli e
Giovanni Laidente in Munster per l’aggravio di
Sassonia a ragion di stato
disfatto, non per carità,
ma perchè guastava il mestiero al lor Lutero, contra
il quale, se fussero proceduti
unitamente i
nostri prencipi, avrebbono sodisfatto al precetto
di Dio dicente a Mosè, che quando alcuna città
nell’empietà s’ostina, tutte le tribù dovessero gettarle
sopra un sasso per persona sicchè in perpetuo
restasse per esempio coverta di pietre in
segno di obedienza alla loro successione nell’empietà:
il che anco
adesso per lor utile e onor di
Dio fora tempo far con belli mezzi da tutti i cattolici
universalmente; ma la lor
falsa ragion di
stato che l’insegna non portar acqua quando s’accende
la casa del vicino è cagione che vadano in
ruina o in se, o ne i successori.
Ger.
Incominciastivo a dir la cagione della loro
conservazione, ma non mostraste poi la repugnanza
di questa setta allo
stato politico, perchè vi faceste
trasportare dall’ira contro quelli che la permettono.
Tornate dunque a questo,
acciò venga la
presente loro ruina in particolare, e poscia della
totale aver presagio.
Giac. Piano; a questo dovremo arrivare facendo