Tommaso Campanella, Poetica, p. 318
quale è mezzo godimento del bene, poiché, per l’orecchie
entrata a fare
il seggio e indi ruminata dal senno,
muove gli uomini a giusti sdegni contro de’
cattivi, che
la poesia vitupera, a desiderio di imitare i buoni, ch’ella
a buon
fine riduce, e a conducere a cose utili per conseguirle.
E tutto ciò si fa per mezzo di
imitazione poetica,
che al tutto con parole ci dipinge il bene e male apparente,
ovvero dolcemente quello che l’altre scienze con
fastidio ci dànno a conoscere.
[II. Origine della poesia].
Ebbe ella principio dalle lodi d’Iddio, il quale con
diversi modi e figure di
parlamenti dalli primi ricevitori
e conoscitori delli suoi benefizi [fu] celebrato,
essendo
innata nella mente degli uomini la religione, che ci
congiunge alli
oggetti potenti e sapienti per farci bene.
Si cantarono poi le cose animate come
effetti del grand’Iddio,
le quali sono mezzi a conoscerlo e lodarlo, non potendosi
far più gusto ad un artefice, che guardare le sue opere
con ammirazione e
dichiarare agli altri con che virtù e
magistero sono fatte, e tanto più che da tali
poemi le
cose che giovano e offendono si fanno manifeste. Di più
si cantarono le
leggi con le quali Iddio governa il mondo,
e quelle in particolare che tutte le nazioni
si vantarono
aver ricevuto da qualche iddio per meglio nella politica
conservarsi.
Poscia il nome d’Iddio si dilatò negli
uomini primi, i quali [l’]hanno propagato
nell’origine,
dopo molti reflussi de’ secoli di ferro a quelli d’oro, [ad]
alcuni,
benefichi agli altri uomini; però Isi e Osiri dagli
Egizi, Ammone dagli Ammoniti,
Romolo da’ Romani,
Ercole, Apollo ed Esculapio da’ Greci, per essere stati
inventori d’arti o di religioni o leggi, furono riveriti con
sacrifizi e con
poemi; e quelli pure che furono empi, come
Iove di Candia e Baal di Tiro, per aver
fatto gesti maravigliosi
e insoliti parteciparono di simili onori. Da questi
poi
ad ogni beneficatore della sua repubblica fu poema
trasferito, e ad ogni malfattore
esemplare, e a quelli la
cui vita non volgare è degna d’esser considerata per imparare