Tommaso Campanella, Poetica, p. 320

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una cieca imitazione, non per intendenza architettonica,
come furono i poeti ebrei, spesso vengono arrammendati
dagli artefici superiori, come Platone riprende Omero
perché introduce Achille far cose indegne di vero cavaliere
– vendere il corpo morto e straziato di Ettore –
e tanto incontinente dell’ira; il che più agevolmente si
può concedere, ché l’avarizia, essendo quella accompagnata
al magnanimo, è a questo tutto contraria; e perché
introduce Venere e Marte essere feriti da Diomede, contro
l’uso della religione, e altre simili indegnità vane. Così
Cicerone biasimò coloro, che nella scena introducevano
Scipione e altri uomini illustri, con poca riverenza; ancora
Virgilio è emendato dalli istorici di manifesto mendacio
per aver introdotta Didone ammazzarsi per amor
di Enea, sendo tra questi due cento anni di differenza di
tempo; e Ovidio falsamente, ma con minor biasimo di
Virgilio, introdusse Numa Pompilio aver udito Pitagora,
sendo stata la medesima lontananza fra loro;
e quanto sia pernizioso il falsificar l’istorie, come hanno
fatto i Greci bugiardi, lo dimostra la grande fatica dei
cronologi d’oggi, che non possono emendare li tempi
nelle istorie per questo in nessun modo, onde [in] ogni
cosa nasce dubbio, eziandio nelle cose sacre e politiche.
Inoltre nasce gran disturbo nella repubblica dal poter
impune falsificare l’istorie antiche e moderne, con le quali
si regola l’umana vita, come fanno oggi le Centurie de’
Luterani e altri istorici adulatori e malevoli del genere
umano, che ogni cosa confondono, onde le famiglie
pérdono le vere memorie, e poi si fa guerra del tuo e
del mio tra prìncipi e popolani ancora, senza fine; e altri
simili errori sono degni di biasmo nel poeta, il quale,
quante volte non ha del verisimile e non imita bene i
personaggi, o corrompe i buoni costumi, o la pietà, e
ha licenza di meretrice, perciò cagiona più male che
bene, né è degno d’essere accettato da nessuna repubblica,
se non tirannesca, dove si comprano le bugie per fare
ignorante il popolo.

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