Tommaso Campanella, Poetica, p. 330

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che la natura con gusto abbraccia, più longamente le ritiene,
tanto più avendo virtù di fare in mente memoria
locale, per movere efficacemente l’imaginazione e per
ingannare i schivi di amoroso e utile inganno, che accidentalmente
ha luogo nel poema, perché si scrive a’ sciocchi,
delli quali «infinitus est numerus», dice Salomone; e che,
parlando a savi e liberi non appassionati e a chi vuol sapere,
basta dire il concetto semplicemente, dicendo che
la virtù è mezzo di acquistare il bene, ma è faticosa, e il
vizio di procacciarsi il male, e però è agevole a seguirlo;
ma, parlando al mondo errante, bisogna dipingerli la lettera
di Pitagora o la tavola di Cebete tebano. Così Cristo,
quando gli fu dimandato chi era il prossimo, se avesse
avuto a fare con savi e bene animati, averebbe detto: –
Quello che ha più carità con esso seco in fatti, non in parole,
come i Farisei –; ma, parlando ad ostinati, con divino
giudizio construsse quella parabola di colui che, andando
di Gierusalem in Ierico, fu maltrattato e ferito dai
ladroni, e passando un levita non l’aiutò, passando il Fariseo
neanco, passando finalmente il Samaritano, che era
eretico della legge mosaica, l’aiutò, portandolo all’osteria
e pagando per lui, medicandolo e raccomandandolo;
onde si cava che la carità naturale, operante con fede nel
Creatore commune, fa l’uomo all’altro prossimo, non le
parole finte e il far professione d’esser mosaico o cristiano,
senza opere che tali si dichiarano appresso a Dio e appresso
gli uomini. Queste sono veramente da esser considerate
degne del buon poeta; ma, perché il mondo è corrotto,
non è maraviglia che si tenga da tutti che il buon
poeta è il più bugiardo, e quello che dice più stravaganti
cose, e che più disonestamente parla, e che finalmente
imita Omero, Catullo, Virgilio e l’Aretino, e non David,
Dante, Solone e Salomone.


[IX. Oratoria e poesia].

Se mi [si] dimanda – perché non solo il poeta si serve
delle sopradette favole, ma l’oratore ancora – in che differisce
l’uno dall’altro, facile parrebbe a rispondere che

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