Tommaso Campanella, Poetica, p. 333

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– Il sole cade ad estinguersi nel mare –, perché a’ nostri
occhi pare tuffarsi nell’oceano e non girar lontano da
noi come nel meriggie. Dunque il poeta non dichiara la
favola, e gli altri la dichiarano spesso, come nel Vangelo si
vede [e] nei dialoghi di Platone; pur qualche volta il poeta
accenna quello che vuol dire, quando gli vien fatto,
come per quella selva dove errò Dante si mostra la mescolanza
della religione e impero, quando dice:

L’un l’altro dà spavento ed è congiunta
la spada al pastorale…

e per il sogno intende l’ignoranza di quelli, che le cose
di Stato non intendono, e per li tre animali i tre capitali
vizi spesso accenna, come allora, per la lupa mostrando
l’avarizia, disse:

Maledetta sei tu, antica lupa,
che sopra tutte l’altre bestie hai spada
per la tua fame senza fine cupa…;

e altrove gli altri; e questo si fa quando la cosa è troppo
oscura.


[X. La missione sociale del poeta].

Essendo domandato perché la favola tanto diletta, dirò
perché insegna e ammaestra la vita, e la sapienza poi
conserva l’uomo: dunque, perché ella apporta conservazione,
piace. Quelli poi che insegnano la favola spiacciono
a coloro che hanno il gusto corrotto per il malo
esempio ed educazione, come a’ febricitanti l’acqua fredda
è ciò che gli noce, perché [...] adula e non ha il suo
gusto viziato, né vuole andare giudicando quello che di
male può avvenire per tal bevanda, purché al presente
si sodisfaccia. Dunque, a coloro che, non per giudizio,
ma per senso grosso si governano solamente, piacciono
le favole, e a’ savi piacciono in quanto possono servirsi di
quelle in benefizio e in rovina di coloro a’ quali o male
o bene desiderano, conciosiaché la voluttà, sendo senso
dell’utile e dell’onesto e d’ogni bene, o sia vero, o apparente,

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