Tommaso Campanella, Poetica, p. 336

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al populaccio; e Aristotile doveva formare la poetica
non secondo Omero.

Plauto, Terenzio, Valerio Sorano e altri di quelli
poeti, che sono stati al tempo di Roma santa, secondo le
lor leggi e libertà hanno poetato più secondo il vero ammaestramento
del popolo; poscia, al tempo di Silla, di
Cesare, di Nerone, di Domiziano e altri tiranni, perdendo
Roma la libertà, perse li buoni poeti e cominciarono
li scelerati Catulli e Marziali, e li bugiardi Virgilii
e Ovidii, i lascivi Galli e Tibulli e Orazii, i quali invero
furono uomini d’ingegno, ma l’adoprôrno a corrompere
la repubblica e servendosene all’usanza della Grecia,
che andò a rovina per questi falsi dicitori, come dice
Cicerone e Aristotile; e Catone scrisse al figlio, che,
quando la Grecia spanderà i suoi scritti e novelle,
confonderà il mondo di bugie e di costumi scelerati; similmente
Catone Censorino, quando venne Arcesilao,
sofista greco, ambasciatore, e disputò in favore della giustizia
nel senato, dimandato da alcuni signori romani, e
il secondo giorno disputò contro la giustizia, come s’usa
dire nella Grecia in pro e contro di tutti, vedendo che la
gioventù romana si compiaceva d’udire parlare contro il
vero, disse: – Non potrà star molto in piedi questa repubblica –,
e così fu, ché allora Silla, Sertorio, Mario e
altre tali pestilenze erano giovani sbardellati, che attendevano
a’ sofismi.

Dunque l’usanza di sentir parlare contro il vero con
gusto fa l’uomo doppio, fraudolente e tiranno, onde Cesare
solé sempre a quel verso di Euripide aver mira:

Si violandum est ius, regnandi causa violandum est,

e l’aveva in bocca aspirando al dominio di Roma, il che Cicerone diceva conoscendo: – Cavete a iuvene male accincto–,
perché Cesare aveva questo pensiero alto, né
si curava di vestire attillato; similmente Alessandro Magno,
per essere troppo innamorato delle lodi d’Achille
finte da Omero, si rodeva d’una ira insopportabile, la
quale benché avesse per natura, nondimeno Omero, adulando
il suo vizio e non da medico correggendolo, lo fa

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