Tommaso Campanella, Poetica, p. 340

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Ma se dipinge l’azioni eroiche d’alcune nazioni l’una
all’altra contraria, dependenti da certi uomini principali
posti per idea d’esser imitati, dirassi poema eroico,
da[l] greco detto «epopea», che vuol dire spettacolo e
meditazione delle cose umane: tali sono l’Iliade e Odissea
d’Omero, l’Eneide di Virgilio, l’Argonautica di Flacco,
la Farsaglia di Lucano, i quali s’immaginarono di
immitare fra i nostri il Boiardo, l’Ariosto e il Tasso.

Se poi ha da rappresentare la miseria umana, maggiormente
riguardevole nelle persone grandi, che da felicissimo
stato incorsero in gran rovina, farà poema tragico,
ovvero tragedia, detta da’ Greci τράγος, idest «hircus»,
e ῳδία, idest«cantilena», quia certantibus in agone
pro praemio dabatur hircus
. In quel principio che fu
rozzamente ritrovata – dice Eusebio – l’epopea, ovvero
τράγος, si fece, perché, avanti che Tespide avesse trovate
le maschere, quei rozzi pastori che cantavano le cose
tragiche s’imbrattavano di feccia per mostrare la mestezza
del canto; poi furono polite le tragedie, quali si veggono
quelle [d’] Euripide e Sofocle tra’ Greci, de’ Latini quelle
di Seneca e d’Ennio, benché ne restino solamente le vestigia
ad immitare dai nostri, ma non troppo con lor grido.

Si ritrovano ancora felici e infelici avvenimenti
di gioveni e varie molestie di persone mediocri, rappresentati
per ammaestrare la vita de’ giovani e del popolo,
facendogli accorti delle giovenili lusinghe e della loro
fortuna; e questo poema si dice comico, usato nelle
repubbliche populari, dove s’impara il vivere delle persone
communi, sì come in iscambio la tragedia si usò
tra gli grandi principati, acciò li prìncipi conoscessero
l’instabilità del viver loro e i tradimenti e le mutazioni
degli adulatori; perciò in Atene la commedia e in Sicilia
e in Candia la tragedia più si usarono, sendo stata
Atene populare repubblica e, queste altre, monarchie
di prìncipi e tiranni. Commedia si dice quasi canzone
di contrada, perché li gioveni doppo la cena in Atene
solevano cantare i loro amori ne’ vicoli, onde ebbe principio
la commedia, la quale ancora in comessationibus
alcuni vogliono che sia detta. In questa sorte di poema

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