Tommaso Campanella, Poetica, p. 344

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de’ vizi. In queste sono degnamente stimati Persio, Giovenale
e Orazio e, tra’ nostri, l’Ariosto e altri, guidati dal
divino Spirito e da Donna maggiore di tutti; e stupendo
saria stato l’Aretino, se avesse atteso a questo commune
bene, avendo egli lingua assai onnipotente in dir male,
e non avesse macchiato questo dono con dir male del
vero e con altre sporchezze. Fu trovata in Atene e rinovata
a Roma la satira, poi che fu proibito dir male
de’ grandi nelle commedie, onde i poeti proruppero in
questo stile, ed è detto da’ «Satiri», dèi sporchi, perché
ogni sporco costume de’ malvaggi in quelle si esprime e
condanna.

Ma quel poema ha veramente nome di grande, sacro
e profetico, che canta le lodi di Dio e de’ suoi amici,
perché mai si può dir tanto bene di [Dio], che agguagli,
nonché trapassi il vero; onde sono certi di non errare
e da lui esser spirati a parlare di lui. Questo solo hanno
tenuto gli antichi Ebrei, benché, trapassando per
molte lingue, pérdono la loro vaghezza: vi si scorge da
chi li legge molto spirito di divinità, verità e libertà, che
è proprio del saggio poeta, come testificano i versi di
David, di Moise e di Isaia e simili profeti, i quali tutti
acconsentono al legislatore e ammaestrano il popolo
secondo la legge divina. Se leggete il salmo XII e CVII in
particolare, vedrete tante figure di parlare, tanti lumi
di poeta santo, che ne stupirete; se volete satire contro
i falsi dèi, come ne ha fatto Giovenale, leggete: «In exitu
Israel de Aegypto
», ecc., e: «Laudate nomen Domini», ecc.;
se meraviglie: «Confitemini», ecc.; se satire contro i tiranni:
«Deus laudem meam», ecc.; se contro i Giudei: «Deus
Deorum
», ecc.; se contro li poeti infingardi, che solevano
prima esser profeti e ora, solo poetando di vanità, sono
mancati: «Salvum me fac, Deus, quoniam defecit sanctus»,
ecc.; o come va appunto; se amor divino: «Beati immaculati»,
ecc.; se delle creature, leggete il salmo XCII e la cantica
di Salomone, dove un novello sposo con la novella sposa
amorosamente favellano e trattano insieme, il che è molto
necessario nella buona repubblica, sendo che da questo
amore onesto viene ogni vivere civile conservato. Ma

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