Tommaso Campanella, Poetica, p. 350

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essendo la favola trovata per le ragioni sopraddette e non
per esser soggetto del poema, perché sopra la falsità
nessuna arte, se non diabolica, si fonda, sendo il Diavolo
padre del mendacio, come dice Cristo; talché sono poeti
diabolici questi favolosi, infingardi, adulatori e corrottori
de’ costumi. O dicono: – Il poema filosofico non ha
invenzione –; rispondo che non consiste l’invenzione in
trovar se non quello che è o fu, perché delle cose che
non sono, scienza non si trova. Adunque grande invenzione
è di colui, che le cose naturali investiga e
poi con bel modo le dipinge, acciò gli altri cantando
le imparino, ed è certo che questa sia maggior invenzione
che non trovare li sogni e le favole d’Amadis di Gaula,
de’ Reali di Francia, delle guerre degli dèi e simili
novelle amate dal volgo errante, che tutti li palazzi ne
hanno copia.

Dicono poi i sofisti, che non differisce questo poema
della filosofia dall’altra arte, avendo la medesima materia
per soggetto; rispondo che ’l soggetto ben fa differire le
scienze, altrimente la logica e la metafisica sarebbero
una, dicendo Aristotile loro, che ambe trattano delle
medesime cose, cioè dell’ente e in commune: sono differenti
solo nel modo di trattare, ché questa ne tratta
in quanto sono e quella in quanto dall’intelletto sono
apprese e parlate con la lingua. Similmente la poetica e
oratoria trattano d’ogni materia, dice Cicerone, terzo De
oratore
a Quinto fratello, nondimeno nel modo differiscono.
Dunque da tutti il poeta differisce, perché le
cose le dice cantando e con gusto, non perché tratti altri
cose, che non ci sono.

Ancora mi gridano i sofisti, che il poeta ha per oggetto
le azioni, e questo non possono provare se non con l’autorità
de’ lor pedanti, sendo che prima i poeti furono
filosofi di novellanti, come la loro origine dimostra:
pure, per condescendere, dico che il filosofico tratta
l’azioni della natura, le quali sono più ammirande e
stupende da dovero, non da burla, che tutte le altre, e
dalle quali s’impara dai poeti inferiori al filosofico ad
imitare le azioni umane, quali eglino descrivono; e ciò

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