Tommaso Campanella, Poetica, p. 374
perché poteva sfondarle e bruggiarle senza ricorrer a divinità,
e i sacri
teologi dicono con gran senno, che non si
deve apporre miracoli senza necessità; ma
meglio l’Ariosto
fa che Astolfo converta in navi le foglie degli arbori,
o
servirsi dell’incantato corno nell’assalto mortale delle
Amazzoni. Di più,
introducendosi divinità, se le virtù,
che ella ha da applicare al bisogno perché
s’introduce, si
trovano nelle cose naturali, ma è difficile o impossibile a
trovarle, fa mestiero fare che la divinità – chiamo divinità
l’essenziale e la
partecipata, quale è nell’angioli e santi –
applichi le cose naturali e non cerchi
altre virtù di quelle
che ha creato il sovrano Dio, sufficienti allo scuopo della
natura. Ben dunque Venere sana col dittamo, Michele
si serve della discordia,
Rafaele sana gli occhi col fegato
del pesce; anzi, non trovandosi alle volte virtù
nella natura,
in qualche simbolo si deve attaccare, poiché Dio
suole operare in
questo modo conveniente al nostro sensibile
conoscimento, come per la verga di Moise
cose
eccedenti ogni senso umano si fêro, e col fuoco si purga
la bocca d’Isaia, e
con li sacramenti ci facciamo a Lui
grati. Però fingere il corno d’Astolfo, l’anello
d’Angelica,
e gl’incantesimi di negromanti, e altri simboli operati
pure per arte
diabolica, ma da uomini cattivi e della
parte avversa, quali furono Ismeno, Melissa,
Tessala,
Proteo, Atlante, sendo il diavolo scimia di Dio, è molto
convenevole. E
perché la virtù della forza, magnanimità
e altre insieme, che fanno la virtù eroica,
par che vinca
tutte l’altre, è bene metterla aiutata da’ fati e da Dio;
però
Achille e Orlando e simili si mettono fatati e nella
persona e nelle armi. Ma essi sono
ancora mortali; bisogna
sempre lasciare qualche parte vulnerabile, come
Achille e
Orlando sotto i piedi e Ferraù nell’ombelico.
Né mi dispiace i grandi uomini farli
morire per mano
di persone debboli da senno, o casualmente, perché fa
l’atto più
ammirabile e tragico, come Omero introduce
Ettore dire ad Achille, muorendo – [parole
che] han del
profetico, sendo che l’anima, quanto più dal corpo si disparte,
più
alle superiori intelligenze si volge –, ch’egli aveva
da essere ucciso da Paride
effeminato, e così ancora la