Tommaso Campanella, Poetica, p. 385

Precedente Successiva

altrimente saranno ridicolose, come a noi sono le cose
degli antichi; e quante volte hanno dell’incredibile,
si mitigano con quelle parole: «Fama est; fama volat;
scrive Turpino; per volo; per arte magica». Quando più
sono stravaganti e incognite le favole non dette da altri,
tanto maggiormente son vaghe e ci tirano alla loro lezione;
però, quando si legge nel Tasso il palazzo d’Armida,
[il] paese d’Alcina dell’Ariosto e l’incantato bosco del
Boiardo, non recano quel diletto ch’è negli autori,
sendo la mente del lettore preoccupata di quelle cose; così
ancora Polifemo in Virgilio, Scilla e Cariddi, e ’l
naufragio, e altre simili cose tolte dall’Odissea. Nondimeno
fu a lui molto lecito a rubbare, perché l’ha trasferito
dal greco in latino e ha tessuto un’istoria dependente
da quella d’Omero, con parte de’ migliori personaggi.
Ma, essendo per tutto conosciuto l’Ariosto, non deve
esser trasferito il suo poema dalla medesima lingua, ché
l’autore non si confida estinguere la lezione del passato,
come fece Virgilio d’Omero e l’Ariosto del Boiardo.

L’arte del favoleggiare è imitazione della natura in
significato, non in suono solamente, come imitar le voci;
ma, dovendosi imitare autori, [i] quali, dalla natura
apprendendole, finsero favole, sendo questa l’ultima e
più imperfetta imitazione e manco artificiale, più tosto si
devono imitare i nostri, che diedero verasomiglianza alle
favole della nostra credenza e del modo di vivere de’
nostri tempi, che li forastieri. Onde chi mancasse di favole
non solamente consiglio che legga la Metamorfosi
di Ovidio e i fatti della Grecia, ma i Reali di Francia,
Amadis di Gaula e altri tali romanzi; e sopratutto di
queste fu inventore il Boiardo, che ne ha trovate tante,
vecchie e nuove, maravigliose, che ne può vendere a
tutti.

Così l’Ariosto, suo compagno, nel palazzo d’Atlante,
il giardino di Falerina, il sonno del Paradiso terrestre,
l’Ippogriffo, il corno d’Astolfo, il gigante Orrilo, l’anello
d’Angelica, l’invocazione di Melissa, le profezie di Merlino,
delle quali se ne può ognuno arricchire, o svegliarsi
a doverne trovare altre migliori, le quali consistono in

Precedente Successiva